SOCRATE

È considerato il più grande filosofo, grande oppositore dei sofisti e sosterrà fortemente il relativismo assoluto (non esiste nulla di vero)

IL CONTESTO IN CUI VIVE E OPERA SOCRATE

Anziché chiarire il concetto delle idee in un’epoca di insicurezza, la sofistica distrusse ogni antica certezza e ciò produsse un mal contento presso le classi conservatrici che cominciarono a guardare con ostilità sia i sofisti che l’insieme dei filosofi. E fu in questo clima difficile che Socrate visse. Per esempio, dalla commedia “le nuvole di Aristofane”, Socrate viene rappresentato come un personaggio strano che si dedicava ad inutili ricerche di carattere naturalistico e filosofeggiava giocando con le parole proprio come i sofisti. Alla fine della commedia, un cliente deluso (in quanto non ha appreso da lui né nuove conoscenze né una nuova arte), incendia il pensatoio (scuola di Socrate- attraverso questa metafora voleva liberarsi da tutti i filosofi). Nel 399 A.C. sarà condannato a morte dal tribunale di Atene – beve veleno.

PERCHÉ SOCRATE È COSÌ IMPORTANTE?

  • Noi di Socrate non abbiamo nessuna testimonianza e questa fu una sua scelta perché preferiva il contatto immediato soprattutto con i giovani (per lui la cultura non veniva tramandata)
  • Su di lui abbiamo testimonianze indirette: 
  • Platone che fu suo discepolo attraverso i ‘dialoghi’ in particolare quelli della giovinezza e della prima maturità in cui venivano descritte dettagliatamente le idee e la personalità di Socrate
  • Fu protagonista dei ‘discorsi socratici’ composti da vari suoi seguaci in cui ci sono notizie sulla vita e sul pensiero di un uomo visto fuori dall’ordinario
  • ‘Metafisica di Aristotele’ il quale visse parecchi anni dopo ma non ci viene detto nulla che non sia stato già sottolineato da Platone.

Dalle informazioni dateci possiamo ricavare dettagli sul suo aspetto fisico (basso, pancia grossa, il naso camuso, gli occhi sporgenti _ ma compensava con un animo eccezionale) per proseguire con la descrizione di una vita dedita all’educazione dei giovani e alla riflessione.

IL PROCESSO E LA CONDANNA DI SOCRATE

Egli fu condannato in una fase di crisi della politica e della democrazia e fu condannato come minaccia concreta dal governo di allora perché con il suo spirito critico evidentemente riscuoteva un grande successo a livello popolare

SOCRATE VENNE ACCUSATO DI:

  1. Non aver onorato gli Dei della sua città
  2. Aver corrotto i giovani

Accuse assurde, soprattutto la prima considerando che la Grecia era tollerante in materia religiosa.

LA MORTE

La morte fu il sigillo della grandezza spirituale di Socrate perché affrontò la situazione in modo molto significativo: egli trascorse il periodo di attesa in carcere in modo sereno conversando con gli amici, rifiutandosi di evadere suggerimento da parte di un suo discepolo il quale avrebbe potuto corrompere il carcere. L’ultimo giorno, dopo essersi lavato per giungere puro al momento decisivo, appena tramontò il sole, bevve la cicuta. La sua morte può essere interpretata come il coronamento di un’esistenza vissuta all’insegna del rigore morale e del perfezionamento interiore.

UNA VITA DEDICATA ALLA RICERCA

Nell’apologia di Socrate, opera di Platone (dedicata per difendere Socrate):

l’opera comincia con l’oracolo di Delfi (luogo, grande santuario dove si recavano gli uomini per avere una serie di risposte che li assillavano) che vede in Socrate l’uomo più saggio ma che suscita nel filosofo perplessità che lo porteranno a cercare i motivi di tale giudizio. Socrate inizia la sua ricerca recandosi da uomini che avevano fama di sapienza, in particolare presso un uomo politico importante con il quale intratterrà una conversazione per poi capire che pur ritenendosi saggio, quest’uomo non lo è. Allo stesso modo faranno poeti e artigiani. Socrate è il più saggio perché sa di non sapere al contrario degli altri che non hanno questa consapevolezza. Socrate si sente in missione di dover scuotere gli uomini dal loro torpore spirituale e probabilmente egli venne condannato anche per questo suo stimolare molto gli uomini per poi costringerli a dubitare anche delle loro certezze. Socrate metteva in crisi coloro con cui dialogava insinuando in loro il dubbio, egli ci insegna a non accettare mai idee o giudizi senza prima essersi interrogati a fondo.

Egli volle:

  1. dimostrare che coloro che si reputavano sapienti, non lo erano affatto
  2. pervenire contro il relativismo sofistico 

METODO SOCRATICO > STIMOLO A NON ABBANDONARE LA RICERCA

Il metodo socratico si divideva in due parti: uno negativo l’ironia e l’altro costruttivo, la maieutica (arte della levatrice).

L’IRONIA SOCRATICA: consiste nel demolire le tesi dell’avversario attraverso una serie di domande che poneva all’interlocutore che alla fine si dimostreranno contraddittorie. Questo gioco terminava quando anche l’interlocutore ammetteva di non sapere nulla di quell’argomento

MAIEUTICA: con la maieutica Socrate intendeva risvegliare nell’interlocutore il gusto della ricerca della verità; verità che, secondo lui si trova già nell’animo di ognuno.

La filosofia nasce dal confronto

Per Socrate il numero minimo per formare una dottrina filosofica è 2 

Virtù > prestazione d’eccellenza

LA VIRTÙ È CONOSCENZA 

Socrate afferma che chi conosce il bene non può commettere il male ritenendo che la virtù morale derivi dalla retta consapevolezza del bene. La conoscenza, un sapere concepito come una continua ricerca su ciò che è bene fare per sé stessi e per gli altri.

LA VIRTÙ COME OBIETTIVO DELLA FILOSOFIA

Per Socrate esiste una virtù superiore a tutte le altre, la virtù è insegnabile riprendendo il concetto del bene e del male grazie alla pratica del ragionamento che ci rende in grado di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

LA CURA DELL’ANIMA

Se prima la ‘psiche’ era concepita come ‘l’ultimo respiro ‘, con Socrate diventa l’anima, cioè il centro dell’agire morale. Per Socrate l’anima è la dimensione più profonda dell’uomo: guardando nell’anima l’uomo scopre ciò che è veramente bene fare. Socrate diceva di sentire nella sua anima la voce di un demone, il quale nei momenti decisivi della vita invece di suggerirgli cosa fare lo metteva in guarda da ciò che doveva evitare. Questo demone venne interpretato dai critici come la voce della coscienza etica e civile dell’uomo o come una guida interiore. Un esempio possiamo vederlo anche quando sta per morire, dove finalmente lascia tutti i problemi materiali. Socrate lascia in eredità alla filosofia occidentale la prima concezione dell’anima come centro della personalità morale dell’uomo. La cura dell’anima si realizza attraverso una ricerca senza fine.