STORIE DI DIRITTI

STORIE DI DIRITTI

Abbiamo ascoltato la SFIDA DI MALALA, una storia vera che parla di una ragazza che lotta per garantire a tutte le bambine il DIRITTO ALL’ISTRUZIONE.

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ECCO LA STORIA

La sfida di Malala

La storia di Malala non è inventata, ma è una storia vera. In Pakistan, nella valle di Swat, i talebani ordinano alle popolazioni di non mandare più a scuola le proprie figlie perché è contro la religione. Anche se il governo cerca di difendere il diritto dell’istruzione, tutti sanno che nessuno riuscirà a opporsi ai talebani perché il loro potere è molto grande. Per Malala e le sue amiche sembra essere arrivato l’ultimo giorno di scuola. L’esercito vorrebbe mettere i soldati davanti alla scuola. Il papà di Malala, che è il proprietario della scuola, però non vuole tenere aperta la scuola con la violenza. Malala entra dal cancello nero di metallo, seguita dai giornalisti. Malala sente le compagne che stanno cantando l’inno nazionale in cortile, come fanno ogni giorno alle 8. Malala cerca Laila, una sua compagna. Non è difficile trovare Laila visto che le ragazze sono una ventina. Dopo l’inno, la preside annuncia l’inizio delle vacanze invernali. In questo periodo dell’anno si fa sempre una pausa di due settimane, prima degli esami. Ma questa volta è diverso. Ogni tanto il discorso della preside viene interrotto dal rumore delle esplosioni che sono piuttosto vicine. Le bambine più piccole sono molto spaventate, ma anche Laila è preoccupata: la preside ha parlato dell’inizio delle vacanze, ma non ha detto quando finiranno le vacanze. <<Allora è vero? È l’ultimo giorno di scuola? L’ultima volta che ci ritroviamo tutte insieme? L’ultima volta che ci sediamo tra i banchi dove è nata la nostra amicizia?>> pensa Malala mentre arriva Fatima. -I miei genitori e i miei fratelli volevano tenermi a casa oggi. Ma quando sono usciti tutti, io sono corsa qui di nascosto. Sono convinti che la scuola non riaprirà più – bisbigliò Fatima nell’orecchio a Malala. I giornalisti seguono le bambine su per le scale, mentre passano davanti alla quinta A ed entrano nella settima A. Durante l’intervallo,Jawad, uno dei giornalisti,raggiunge le bambine in cortile. Il giorno prima Fatima ha letto un discorso speciale alla classe. Così Fatima corre a prendere il quaderno per ripetere il discorso ai giornalisti. Oggi Fatima indossa una tunica e dei pantaloni con decorazioni dorate che fanno sembrare Fatima molto più grande della sua età. Quando Fatima si copre il volto con il telo nero è irriconoscibile. Altre sette compagne si mettono una vicino all’altra dietro a Fatima, mentre Fatima legge e la telecamera riprende: -Gentile preside, il titolo del mio discorso è: la situazione a Swat”. La valle di Swatt si trova nel nord- ovest di Pakistan. La valle di Swatt è la terra delle cascate, delle colline verdi e di altri doni regalati dalla natura. Ma, miei cari amici, oggi questa terra pacifica brucia…perché l’obiettivo è colpire la gente innocente? Perché rovinano il nostro futuro? Le scuole non sono più lunghi di apprendimento ma di paura e di violenza. I nostri sogni sono stati distrutti e noi siamo a pezzi. Valle di Swat! -grida Malala. E subito le compagne rispondono in coro:- viva per sempre. La campanella segnala che è finito l’intervallo. Non è una vera campanella, ma un insegnante che picchia un piccolo martello appeso in cortile. Oggi la campanella suona più tardi del solito. La preside ha lasciato giocare le bambine per più tempo. Forse è il regalo della preside per l’ultimo giorno di scuola? Prima di tornare a casa, le amiche si abbracciano, anche se sono tristi, le amiche ridono, un po’ per l’emozione della telecamera e un po’ per allontanare la solitudine che ci sarà dopo questo momento. Malala stringe Fatima e fa una promessa:- forse ci vorrà tempo, ma un giorno la nostra scuola riaprirà. Poi Malala esce dal cancello ed esclama a voce alta: – Arrivederci, classe! Quando la telecamera smette di riprendere,Malala si gira un attimo a osservare l’edificio che fino a oggi è stato la sua seconda casa. E Malala sente che potrebbe essere davvero l’ultima volta.

Viviana Mazza, Storia di Malala, Mondadori (ridotta e adattato)