L’Omino di Panpepato

Un uomo piccino e una donna piccina vivevano insieme in una casa piccina. Un giorno la donna piccina impastò un ometto di panpepato: gli fece i bottoni con il ribes, gli occhi con dell’uvetta passa, e la bocca con un pezzetto di buccia d’arancia. Dopo lo stese in una teglia e lo infornò, ma quando aprì lo sportello del forno, l’ometto saltò fuori dalla teglia, fuori dalla porta e via lungo la strada.
La donna piccina e l’uomo piccino gli corsero dietro più in fretta che potevano, ma l’ometto rideva e li scherniva:

“Correte, correte, ma è fiato sprecato,

io sono l’Omino di Panpepato,

che nessuno ha mai pigliato

e ti dico in verità

mai nessun mi piglierà!”

E infatti, non riuscirono ad acchiapparlo.
Dopo un po’ l’ometto di panpepato sorpassò una mucca che riposava in un campo…”Fermati, fermati e fatti mangiare…mhuuu…” muggì la mucca. “Sono scappato ai due vecchietti, come correvano quei poveretti…

Correte, correte, ma è fiato sprecato,

io sono l’Omino di Panpepato,

che nessuno ha mai pigliato

e ti dico in verità

mai nessun mi piglierà!”

E nemmeno la mucca riuscì ad acchiapparlo. Così continuò a correre per i campi, finché sorpassò un cavallo: “Fermati, fermati e fatti mangiare…”
nitri’ il cavallo, ma l’ometto di panpepato rise forte e lo prese in giro: “sono fuggito ad una vecchietta, a suo marito e alla mucchetta
…

Correte, correte, ma è fiato sprecato,

io sono l’Omino di Panpepato,

che nessuno ha mai pigliato

e ti dico in verità

mai nessun mi piglierà!”

e nemmeno il cavallo riuscì ad acchiapparlo. 

In fondo al campo l’ometto sorpassò un maiale che stava mangiando,
 questo sentì il delizioso profumo di panpepato appena sfornato e corse fuori dal capannone per prenderlo, “fermati, fermati e fatti mangiare”, gridava il maiale, ma l’omino guizzò tra le sue gambe e ridendo cominciò a ripetere: “Sono sfuggito ai due vecchietti, come correvano quei poveretti, ad una mucca ed un cavallo ed eccomi qui ancora in ballo…


Correte, correte, ma è fiato sprecato,

io sono l’Omino di Panpepato,

che nessuno ha mai pigliato

e ti dico in verità

mai nessun mi piglierà!”

E nemmeno il maiale riuscì ad acchiapparlo. 

Ormai l’omino credeva di essere il più furbo biscotto mai uscito da una teglia e
rideva e ballava e si faceva un sacco di complimenti.
“Nessuno potrà mai acchiapparmi” pensava… e quando una volpe gli venne incontro correndo, l’ometto di panpepato si limitò a
 ridere e corse via…dicendo: “sono sfuggito ai due vecchietti, come correvano quei poveretti, ad una mucca e a un
 cavallo, per me è stato soltanto un ballo, sono sfuggito al maialino, come grugniva quel poverino…

Correte, correte, ma è fiato sprecato,

io sono l’Omino di Panpepato,

che nessuno ha mai pigliato

e ti dico in verità

mai nessun mi piglierà!”

“Ascoltami bene io non voglio acchiapparti”
disse la volpe correndo più forte, “anch’io sto fuggendo dai cacciatori, ma se riusciamo ad attraversare il fiume, saremo salvi entrambi”. 

Quando furono in riva al fiume la volpe disse all’ometto di panpepato: “salta sulla mia coda e ti porterò dall’altra parte”

e così l’ometto saltò sulla coda della volpe che s’immerse nell’acqua, ma subito la volpe si voltò: “sei troppo pesante per la mia coda, montami sulla schiena, così non ti bagnerai”. Allora l’ometto di panpepato saltò sulla schiena della volpe. 

“Sulla mia schiena sei troppo vicino all’acqua, salta sulla mia spalla” disse ancora la volpe dopo aver nuotato un po’. Così l’ometto di panpepato saltò sulla spalla della volpe.
          Quando furono in mezzo al fiume, la volpe gridò: “Aiuto…sto affondando…ti prego salta sul mio naso ometto di panpepato!” e così l’ometto saltò sul naso della volpe ed entrambi attraversarono felicemente il fiume. Ma appena toccò terra, la volpe scosse forte la testa e scaraventò in aria l’ometto di panpepato. SGNAP! Fecero le mascelle della volpe!
SVUOP! Fece la sua lingua rossa e bagnata!  “Povero me…un pezzetto l’ha già mangiato!” SGNAP! Fecero i bianchi denti della volpe!


SVUOP! Fece la sua rossa e umida lingua!  “Guarda, guarda…gridò l’Omino di Panpepato per tre quarti sono già che andato!” SVUOP! SGNAP! MMMHH! Fece la volpe!
Così finisce la storia dell’omino di pan pepato che solo la volpe aveva pigliato, perchè furba l’aveva ingannato e in un boccone se l’era mangiato!

Domande

1 – Chi è il protagonista di questa fiaba?

2 – Chi sono i personaggi?

3 – In che luogo si svolgono i fatti?

4 – Chi impasta l’omino di Panpepato?

5 – Cosa succede quando la vecchina apre il forno?

6 – Chi incontra l’Omino durante la sua corsa?

7 – Perché scappa l’Omino?

8 – Chi incontra alla fine l’Omino?

9 – Cosa dice la volpe all’Omino quando lo incontra?

10- Come finisce la storia?

Dividi la storia in INIZIO, SVOLGIMENTO e FINE

1 – Cosa succede all’inizio?

2 – Cosa succede nello svolgimento?

3 – Cosa succede alla fine?

Riordina le sequenze della storia e scrivi una breve frase per ogni scenetta.

Ecco una simpatica filastrocca dedicata proprio al biscottino più famoso al mondo

L’OMINO di PANPEPATO

A dicembre l’Omino di Panpepato
esce dal forno tutto decorato:
le guance ricoperte di granella colorata
gli occhi, il naso e la bocca di cioccolata…
sul corpo un po’ di zucchero bianco
e tanti canditi in fila su un fianco:
“Così sono proprio un omino speciale
pronto per ornare l’albero di Natale!”

FONTE

La storia dell’ometto di panpepato

le sequenze

qui il file

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