PRIMI GIORNI IN CLASSE QUINTA

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Ho iniziato proponendo una poesia sui primi giorni di scuola di Roberto Piumini: Zaino, ascolta! Racconta le emozioni e le aspettative dei bambini e svela che cosa essi vorrebbero trovare dentro lo zaino.

QUI il video per una panoramica veloce

PRIMI GIORNI IN 5^

Zaino, ascolta!

Zaino che pesi più dell’anno scorso
ti porto volentieri, però ascolta,
ti voglio fare un piccolo discorso:
io vorrei che, quest’anno, ogni volta
che ti apro, oltre ai libri e ai pennarelli,
uscisse in classe un tempo di allegria,
una fontana di momenti belli,
la scuola come un gioco in compagnia.
Zaino che pesi due quintali pieni,
io ho per te una piccola richiesta:
vorrei che un po’ di quello che contieni
servisse a fare, in classe, un po’ di festa,
a stare insieme, insieme con meno fatica,
a imparare con tranquillità:
la scuola come un’esperienza amica,
dove si gioca alla libertà.

Roberto Piumini

 

Ragazzi volete il successo? Dovete studiare

Di BARACK OBAMA

So che per molti di voi  questo è il primo giorno di scuola. E per chi è all’asilo o all’inizio delle medie o delle superiori è l’inizio di una nuova scuola, così un minimo di nervosismo è comprensibile. Qualcuno tea voi probabilmente sta pensando con nostalgia l’estate e rimpiange di non aver potuto dormire un po’ di più stamattina. So cosa vuol dire. Quando ero giovane, la mia famiglia visse in Indonesia per qualche anno e mia madre non aveva abbastanza denaro per mandarmi alla scuola che frequentavano tutti i ragazzini americani. Così decise di darmi lei stessa delle lezioni extra, dal lunedì al venerdì alle 4:30 di mattina. Io non ero proprio felice di alzarmi presto. Il più delle volte mi addormentavo al tavolo della cucina. Ma ogni volta quando mi lamentavo mia madre mi dava un’occhiata delle sue e diceva: “anche per me non è un picnic, ragazzo” io ho fatto un sacco di discorsi sull’istruzione e ho molto parlato di responsabilità. Della responsabilità degli insegnanti che devono motivarvi all’apprendimento e ispirarvi. Della responsabilità dei genitori che devono tenervi sulla giusta via e farvi fare i compiti e non lasciarvi passare la giornata davanti la tv. Ho parlato della responsabilità del governo che deve fissare obbiettivi adeguati, dare sostegno agli insegnanti e togliere di mezzo le scuole che non funzionano. Ma alla fine, noi possiamo avere gli insegnanti più appassionati, i genitori più attenti e le scuole migliori del mondo e non ottenere nulla se voi non tenete fede alle vostre responsabilità: andare a scuola ogni giorno, prestare attenzione ai maestri, dare ascolto ai genitori, ai nonni e agli altri adulti, lavorare sodo. Questa è la condizione necessaria per riuscire. Questo è quello che voglio sottolineare oggi: la responsabilità di ciascuno di voi nella vostra educazione. Ognuno di voi sa far bene qualcosa, ha qualcosa da offrire. Avete la responsabilità di scoprirlo. Questa è l’opportunità offerta dall’istruzione. Il vostro obbiettivo può essere molto semplice: fare tutti i compiti, fare attenzione a lezione o leggere ogni giorno qualche pagina di un libro. Potreste decidere di difendere i ragazzi che vengono presi in giro o che sono vittime di atti di bullismo per via del loro aspetto o delle loro origini perché, come me, credete che tutti i bambini abbiano diritto a un ambiente sicuro per studiare e imparare. Potreste decidere di avere più cura di voi stessi per rendere di più e imparare meglio. Qualunque cosa facciate, voglio che vi ci dedichiate. So che a volte la tv vi da l’impressione di diventare ricchi e famosi senza dover davvero lavorare, diventando una star del basket o un rapper, o protagonista di un reality. Ma questa cosa è poco probabile: la verità è che il successo è duro da conquistare. Nessuno è nato capace di fare le cose, si impara si sgobbando. Non sei mai un grande atleta la prima volta che tenti un nuovo sport. Non azzecchi mai ogni nota la prima volta che canti una canzone. Occorre fare esercizio. Con la scuola, è lo stesso. Può capitare di fare e rifare un esercizio di matematica prima di risolverlo o di leggere e rileggere qualcosa prima di capirlo, o scriver e riscrivere qualcosa prima che vada bene. Le vostre famiglie, i vostri insegnati e io stiamo facendo di tutto per far si che voi abbiate l’istruzione necessaria per diventare persone capaci di fare grandi cose. Ma anche voi dovete fare la vostra parte. Quindi da voi da quest’anno mi aspetto serietà. Mi aspetto il massimo dell’impegno in qualsiasi cosa facciate. Mi aspetto grandi cose da ognuno di voi. Non deludeteci, non deludete le vostre famiglie, il vostro paese e voi stessi. Rendeteci orgogliosi di voi, so che potete farlo.

 

Da ascolta il mio cuore di B. Pitzomo

Prisca era molto preoccupata perché quell’anno avrebbe avuto una nuova maestra. Erano ormai molti giorni che ci pensava piena di curiosità e apprensione.

Da cuore di E. de Amicis, Ottobre, il primo giorno di scuola

Oggi primo giorno di scuola. Passarono come un sogno quei tre mesi di vacanza in campagna! Mia madre mui condusse questa mattina alla sezione Baretti a farmi iscrivere per la terza elementare: io pensavo alla campagna e andavo di mala voglia. Tutte le strade brulicavano di ragazzi; le due botteghe di libraio erano affollate di padri e di madri che co mpravano zaini, cartelle e quaderni e davanti alla scuola s’accalcava tanta gente che il bidello e la guardia civica duravan fatica a tenere sgombra la porta.

Da Penne, matite e astucci di storie di scuola, Enaudi.

Oggi a campo Topino, la maestra De Registris deve accogliere i suoi alunni : Nocciolino, Coda gzza, Pallina e Crocchetta Rosichino e il più piccolo della famiglia, Codacorta. Nocciolino fa l’inventario di tutto quello che deve mettere in cartella per essere un bravo scolaro: i consigli del nonno, le noccioline della nonna, le storie che gli ha raccontato la mamma e il grosso bacio che gli ha dato il papà, poi si incammina.

Da a scuola mamma, di J. Hoestland, Ricomincia la scuola.

Questa mattina ricomincia la scuola. Davanti al cancello ci sono tante mamme con il muso lungo. I loro figli fanno finta di non accorgersene. I ragazzini ritrovano tutti gli amici: -oh, paola! Sei andata al mare? Come sei abbronzata! Io ero in campagna… – oh, guardate! Minny si è tagliata i capelli! Come sta bene! Anche le mamme parlano tra loro e finalmente la campanella suona.

Da Pinocchio di Collodi

Smesso che fu di nevicare, Pinocchio con il suo bravo abbecedario, nuovo sotto il braccio, prese la strada per la scuola, strada facendo, fantasticava nel suo cervellino mille ragionamenti e mille castelli in aria, uno più bello dell’altro. E discorrendo da sè solo diceva:

-oggi, alla scuola, voglio subito imparare a leggere: domani poi imparerò a scriver e domani l’altro imparerò a fare i numeri. Poi, con la mia abilità, guadagnerò molti quattrini e coi primi quattrini che mi verranno in tasca, voglio subito fare al mio babbo una bella casacca di panno

Ragazzi volete il successo? Dovete studiare di Barack Obama

inizia la scuola anche per gli scrittori

 


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