RACCOLTA DI LEGGENDE CON COMPRENSIONE

Raccolta di leggende con comprensione

LA LEGGENDA DELL’AGRIFOGLIO

C’era una volta un bambino che abitava in una casetta sperduta nel bosco. Tutti i giorni andava in cerca di legna per accendere il fuoco. In una gelida giornata, mentre camminava, inciampò in una pianticina con le foglie irte di aghi. Cadde a terra e si punse in diverse parti della mano. Il sangue gli usciva copiosamente. Il piccolo bambino si mise a piangere e invocò il dio del bosco perché lo soccorresse in questa grande caduta. Ripeté più volte la sua preghiera al dio protettore, ma invano. Gli apparve invece un elfo che subito lo medicò, lo fasciò accuratamente e lo accompagnò alla sua casetta. Passò qualche giorno, il bambino tornò sul luogo dove era caduto. Con gran sorpresa, vide che sull’albero spinoso erano cresciute delle bacche rosse. Si fermò a pensare. All’improvviso gli si parò davanti il re del bosco che gli rivolse le seguenti parole:” Tu hai avuto fiducia in me, mi hai invocato; io non t’ho abbandonato, ho mandato un elfo che ti curasse. Per premiarti di questa grande fiducia in me, ho trasformato le gocce del tuo sangue in bacche rosseggianti. Questa pianta tu la potrai usare per guarirti dai tuoi malanni, ma per gli altri sarà molto dannosa.” Da quel giorno, oltre ad adornare le nostre case nel periodo di Natale sotto forma di ghirlande, corone, centri tavola e composizioni floreali, l’agrifoglio è usato per le sue proprietà curative.

Dopo aver letto la leggenda, sottolinea di rosso l’INIZIO della storia, di verde lo SVILUPPO ed in blu la CONCLUSIONE, poi rispondi alle domande

Chi è il protagonista della leggenda? Quando si svolge la vicenda?
Dove si svolgono i fatti raccontati? Perché il re del bosco gli fece un dono? Come fu premiato dal re del bosco?page1image1609495280

La leggenda dell’albero di Natale

In un villaggio, la Vigilia di Natale, un ragazzino si recò nel bosco alla ricerca di un ceppo di quercia da bruciare nel camino, come voleva la tradizione. Si attardò più del previsto e, venuto il buio, non seppe ritrovare la strada per tornare a casa. Cominciò a cadere una fitta neve. Il ragazzo afflitto pensò a come aveva atteso quel Natale, che forse non avrebbe potuto festeggiare. Nel bosco, ormai spoglio di foglie, vide un albero ancora verdeggiante e si riparò dalla neve sotto di esso: era un abete. Quando cominciò a sentirsi stanco, si addormentò raggomitolandosi ai piedi del tronco. L’albero, intenerito, abbassò i suoi rami fino a far toccare oro il suolo, in modo da proteggesse il bambino dalla neve e dal freddo. La mattina il bambino si svegliò, sentì in lontananza le voci degli abitanti del villaggio che si erano messi alla sua ricerca e, uscito dal suo riparo, poté riabbracciarli tutti. In quell’istante si accorsero del meraviglioso spettacolo che si presentò davanti ai loro occhi: la neve caduta nella notte, posandosi sui rami frondosi, aveva formato dei festoni, delle decorazioni e dei cristalli che, alla luce del sole dell’alba, sembravano luci sfavillanti, di uno splendore incomparabile. In ricordo di quel fatto, l’abete venne adottato a simbolo del Natale e da allora in tutte le case viene addobbato ed illuminato, quasi per riprodurre lo spettacolo che gli abitanti del piccolo villaggio videro in quel lontano giorno. Da allora gli abeti nelle foreste hanno mantenuto, inoltre, la caratteristica di avere i rami pendenti verso terra.

Comprensione del testo

Rispondi alle seguenti domande e cerca sul vocabolario il significato delle parole scritte in grasseto

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  1. Quando avvenne e chi è il protagonista del racconto?
  2. Cosa cercava nel bosco?
  3. Cosa gli accadde?
  4. Dove si riparò?
  5. Cosafecel’alberoperripararlodalfreddoedallaneve?
  6. Cosasuccedealmattinoseguente?
  7. Cosa videro gli abitanti del villaggio?
  8. Cosa succede all’abete presente oggi nelle nostre case in occasione del Natale?
  9. Cosa hai trovato sotto l’albero di Natale?

La leggenda della stella di Natale

Era la vigilia di Natale, in fondo alla cappella , Lola, una piccola messicana, in lacrime pregava: ” Per favore Dio mio, aiutami! Come potrò dimostrare al bambino Gesù che lo amo? Non ho niente, neanche un fiore da mettere a piedi del suo presepe ” D’un colpo apparve una bellissima luce e Lola vide apparire accanto a lei il suo angelo custode. ” Gesù sa che lo ami, Lola, lui sa quello che fai per gli altri. Raccogli solo qualche fiore sul bordo della strada e portalo qui.” disse l’angelo.”Ma sono delle cattive erbe, quelle che si trovano sul bordo della strada” rispose la bambina. ” Non sono erbe cattive, sono solo piante che l’uomo non ha ancora scoperto quello che Dio desidera farne. ” disse l’angelo con un sorriso .Lola uscì e qualche minuto più tardi entrò nella cappella con in braccio un mazzo di verdure che depositò con rispetto davanti al presepe, in mezzo ai fiori che gli altri abitanti del villaggio avevano portato.Poco dopo nella cappella si senti un breve sussurro, le erbe cattive portate da Lola si erano trasformate in bellissimi fiori rossi, rosso fuoco.Da quel giorno le stelle di Natale in Messico sono chiamate ” Flores de la Noce Buena “, fiori della Santa Notte. Nel 1825, Joël Poinsett, ambasciatore Americano in Messico, riportò in America semi di stelle di Natale e le fece conoscere in tutto il mondo.

Dove è ambientata questa leggenda? Come si chiama la piccola protagonista? Perché piangeva?
Chi apparve all’improvviso?

Cosa consigliò a Lola?
Cosa successe quando entrò nella cappella con le piante? Come sono chiamate in Messico le stelle di Natale?
Chi fu che le portò fuori dal Messico?
Cerca come si festeggia il Natale in Messico

La leggenda delle ghirlande di Natale

In Germania, un deliziosa leggenda racconta che tanto tempo fa, la vigilia di Natale una madre di famiglia era tutta indaffarata a pulire la sua casa per le feste di Natale. I ragni che si trovavano nella casa si rifugiarono in soffitta . Quando la casa fu pulita i ragni uscirono della soffitta e con prudenza scesero la scale sulla punta delle loro otto piccole zampe per vedere cosa era successo.Che meraviglia ! che bell’ albero di Natale. Per i ragni era una cosa nuova e nella loro felicità cominciarono a salire e salire senza accorgersi che avevano ricoperto l’albero di mille file grigi e polverosi.Quando Babbo Natale scese dal camino con i sue regali vide l’albero tutto ricoperto di ragni e di fili. In un primo momento si mise a ridere nel vedere la felicità dei ragni, poi pensò alla signora che aveva preparato l’albero e pulito la casa per il Natale. Magicamente Babbo Natale trasformò i fili tesi dai ragni in fili d’oro e d’argento, l’albero era di nuovo scintillante e più bello di prima.Ecco perché decoriamo i nostri alberi di Natale con le ghirlande e penso che sarebbe bello mettere ogni anno un piccolo ragno (finto) tra i rami del nostro albero.

Dove è ambientata questa leggenda? Perché la mamma puliva la casa? Cosa fecero i ragni?
Cosa videro scendendo dalle scale? Dove salirono?

Cosa fece Babbo Natale?
Hai l’abitudine di mettere le ghirlande sull’albero?

La leggenda delle campane

Un piccolo bimbo cieco, seduto sul lato della strada, sentendo l’annuncio degli angeli, pregò i passanti di condurlo da Gesù Bambino. Tutti pastori erano in viaggio verso Betlemme per incontrare il neonato re. Nessuno aveva tempo per lui. Quando i pastori passarono e le strade tornarono silenziose, il bimbo udì in lontananza il lieve rintocco di una campana da bestiame. Pensò “Forse quella mucca si trova proprio nella stalla dove è nato Gesù bambino!” e seguì la campana fino alla stalla dove la mucca portò il bimbo cieco fino alla mangiatoia dove giaceva il bambino Gesù.

Chi è il protagonista del racconto?
Cosa sentì all’improvviso?
A chi chiese aiuto?
Cosa attirò la sua attenzione?
Dove lo portò il suono della campana?
Secondo te è per questo che a Natale suonano le campane?

Il bastoncino di zucchero

Il bastoncino di zucchero bianco e a strisce rosse è da sempre un simbolo del Natale. Tanto tanto tempo fa un pasticcere decise di preparare un dolce da dedicare a Gesù.Il bastoncino è fatto di caramello perché Gesù è paragonabile alla solida roccia su cui costruiamo la nostra esistenza.La sua forma di “J”, ricorda le iniziali di Jesus. Il suo colore bianco indica la purezza del Salvatore,mentre il rosso rappresenta il colore del sangue versato per l’umanità.Le tre strisce rosse più piccole invece simboleggiano le tre frustate inferte a Gesù dal soldato romano. Come ultimo accorgimento il pasticcere scelse come aroma la menta il cui sapore somiglia all’issopo, pianta utilizzata per purificare.

Qual è il simbolo del Natale, secondo questa leggenda? Chi lo inventò?
Di che cosa è fatto il bastoncino?
A cosa è paragonato il caramello?

Perché ha la forma a “J”?
Che cosa indica il colore bianco?
E il colore rosso?
Che cosa simboleggiano le tre strisce rosse? Perché il pasticcere usò la menta?
Secondo te di quale stato è tipico questo dolce?

La storia delle palline di Natale

All’origine l’albero era addobbato con dei frutti, soprattutto mele rosse e arance, ecco il perché delle palline di Natale. Poi poco a poco con il passare degli anni le decorazioni si sono trasformate. Si dice che tempo fa in Alsazia ( Francia ) in seguito ad una brutta raccolta delle mele, un vetraio ebbe l’idea di sostituire le mele con delle palline di vetro. L’idea piacque molto. Nell’ anno 1830,a Lauscha (Germania) si producevano delle ” kugels” (palline di vetro) le quali erano destinate a proteggere la casa dagli spiriti. Nel corso del XIX secolo, in Lorena si fabbricavano delle palline in vetro soffiato di Boemia dipinte a mano, ed erano molto molto apprezzate. In quanto ai dolciumi ( caramelle, cioccolatini, frutta secca,ecc…) non persero molto tempo ad entrare a

Cosa si metteva un tempo sugli alberi di Natale?
Come mai ad un certo punto la tradizione cessò?
Perché il vetraio ebbe l’idea di sostituire le mele con le palline?
Cosa si produceva a Lausha?
Che cosa significa “Kugel”?
Che funzione avevano?
Com’erano fatte le palline in Lorena?
Che cosa si incominciò a mettere sull’albero, oltre alle palline, per decorarlo?

Babbo Gelo

I bambini russi non ricevono i regali il 25 dicembre, devono avere un po di pazienza e aspettare fino al primo dell’anno nuovo. Durante la notte di San Silvestro, il babbo Natale russo ( chiamato Papà freddo) scende dal camino per portare i regali ai bimbi buoni. Divide il suo compito con la mitica Babouchka, il personaggio di una leggenda che i genitori raccontano ai loro figli. Durante una fredda notte d’inverno, un vecchietta si era addormentata davanti al camino, quando sentì bussare alla sua porta. Si trovò davanti tre stranieri carichi di regali preziosi. Questi spiegarono che stavano seguendo la stella di Bethleem dove il bambino era nato. Babouchka disse di essere troppo vecchia per un simile viaggio, declinò l’invito e si rimise davanti al suo camino. Il giorno dopo, presa dai rimorsi, Babouchka prese un cesto lo riempì di doni e uscì fuori per raggiungere i Re Magi ma la neve aveva cancellato le lore tracce. Babouchka chiese in giro, nessuno sapeva niente. Da allora ogni anno Babouchka depone doni in ogni casa della Russia per onorare il bambino di Bethlemme.

Quando ricevono i regali i bambini russi?
Come viene chiamato da loro Babbo Natale? Da dove scende per portare i doni?
Chi lo aiuta in questo lavoro?
Cosa le era successo durante una fredda notte? Cosa cercavano i tre stranieri?
Cosa chiesero a Babouchka?
Cosa fece la vecchietta il giorno dopo?
Da allora cosa fa ogni anno Babouchka?

Auguri

La parola “auguri” ci riporta magicamente ai tempi dell’antica Roma dove gli “augures” erano persone di tutto rispetto: predicevano l’avvenire, quindi immaginate quanto fossero amati e temuti nello stesso tempo. Certamente di lì sarà venuta la tradizione di scambiarsi gli auguri in occasioni particolari, per esempio in occasione della nascita o a Capodanno. Questo per “dire”, augurare, si direbbe oggi, il bene all’inizio di un nuovo ciclo della vita. Con il tempo infatti l’espressione prese ad indicare l’aspetto positivo. Molti furono i secoliche videro, alla maniera romana, lo scambio di auguri e regali proprio al capodanno, per…iniziare bene! I primi auguri ad essere scritti su un cartoncino furono proprio questi. E’ stato ritrovato un biglietto tedesco risalente addirittura al 1475!

Chi erano gli “augures”?
Quando nacque l’abitudine di scambiarsi gli auguri? Cosa voleva dire la parola auguri?
Quando furono scritti i primi auguri?

La leggenda delle pigne

Molto tempo fa tra le montagne di Hartz(Germania ) viveva una famiglia molto povera. Non avevano niente da mangiare e niente legna per riscaldarsi dal freddo dell’ inverno. La madre decise di andare nella foresta per raccogliere delle pigne, alcune per accendere il fuoco e le altre per venderle e comprare un pò di cibo. Mentre raccoglieva le prime pigne improvvisamente la donna sentì una voce: ” Perché rubi le pigne ? ” Accanto a lei c’era un elfo al quale la donna raccontò la sua triste storia. L’elfo con un sorriso le consigliò di entrare nella seconda foresta. Lì le pigne erano molto più belle . Quando la donna raggiunse la foresta, visto che era molto stanca, si mise a sedere sul suo cestino per riposarsi un momento. D’un colpo gli caddero dozzine di pigne in testa. Le raccolse e si avviò verso casa. Mentre saliva i gradini di casa sua si accorse che le pigne si erano trasformate in pigne d’argento , la sua famiglia non avrebbe mai più sofferto la fame e il freddo. Da quel giorno tra le montagne di Hartz la gente tiene una piccola pigna d’argento in casa come porta fortuna.

Dov’ è ambientata questa leggenda?
Cosa decise di fare un giorno la mamma?
Cosa successe nel bosco mentre raccoglieva le pigne?
Chi stava parlando con la donna?
Cosa fece la donna quando raggiunse la seconda foresta? Cosa successe all’improvviso?
Cosa vide quando tornò a casa?
Secondo la tradizione,cosa tiene in casa ogni abitante di Hartz?

La leggenda del Pettirosso.

Un piccolo uccellino marrone divideva la stalla a Betlemme con la Sacra Famiglia. La notte, mentre la famiglia dormiva, notò che il fuoco si stava spegnendo. Così volò giù verso le braci e tenne il fuoco vivo con il movimento delle ali per tutta la notte, per tenere al caldo Gesù bambino. Al mattino, era stato premiato con un bel petto rosso brillante come simbolo del suo amore per il neonato re.

Dove viveva il piccolo uccellino? Cosa notò una sera?
Cosa fece?
Cosa si trovò al mattino sul petto?

La leggenda del vischio

Nel 1800 erano già molte le differenti tradizioni che parlavano di una figura simile a Babbo Natale ed era diffusa l’usanza di preparare il presepe. Non solo, ma alla corte dei principi e dei re di tradizione cristiana, il presepe era motivo d’orgoglio , era un simbolo che doveva rappresentare lo splendore, la potenza e insieme la fede. Perciò doveva essere un’opera d’arte. In Austria, venne un anno bandito un concorso per il presepe più bello, da esporre a palazzo. In occasione della premiazione del vincitore, ci sarebbe stato anche il matrimonio della nipote dell’imperatore. L’artista vincitore del concorso ebbe la fortunata idea di realizzare, all’ingresso del presepe (di dimensioni notevoli, quasi a grandezza naturale) un chiosco ricoperto di vischio, sotto il quale gli sposi avrebbero fatto il solenne giuramento del matrimonio. E così fu: gli sposi si baciarono sotto il vischio, e da allora si dice che chi si bacia sotto il vischio a breve si sposerà.

Che cosa rappresentava il presepe alla corte dei principi?
Cosa era stato bandito in Austria?
Quale avvenimento si sarebbe celebrato durante la premiazione? Che idea ebbe l’artista?
Quale tradizione ebbe inizio da allora?

LA LEGGENDA DEL PUNGITOPO

Il pungitopo e’ una pianta sempre verde e ha una sua leggenda. La leggenda racconta che esso veniva schivato da tutti gli esseri viventi perché i suoi aculei pungevano. Un giorno mentre se ne stava isolato da tutti si accorse che dietro ad un cespuglio c’era un lupo che voleva azzannare tre leprotti. Ad un tratto di lì passò un piccolo topolino e l’arbusto lo punse leggermente con i suoi aculei, e gli chiese di andare dai tre leprotti a dirgli di nascondersi vicino a lui, in modo da ripararsi dal lupo. I tre leprotti allora obbedirono al topolino e l’arbusto trasformandosi in una gabbia gli fece da riparo. Il lupo provò una volta ad azzannare i tre leprotti,poi un’altra volta e poi un’altra ancora ma, non ci riuscì perché si pungeva con gli aculei del pungitopo e se ne andò via ferito e scornato. Il giorno dopo all’arbusto nacquero tante bacche al posto degli aculei e da quel giorno si chiamo pungitopo.

Che tipo di pianta è il pungitopo? Perché era evitato da tutti?
Che cosa successe un giorno? Chi passò di lì?

Cosa doveva fare il topolino? Dove si rifugiarono i leprotti?
Che fine fece il lupo?
Cosa spuntò al posto degli aculei?

La leggenda del Panettone

Si narra che alla vigilia di Natale, nella corte del Duca Ludovico il Moro, Signore di Milano, si tenne un gran pranzo. Per quell’occasione il capo della cucina aveva predisposto un dolce particolare, degno di chiudere con successo il fastoso banchetto. Accortosi che il dolce era bruciato durante la cottura, il panico colse l’intera cucina. Per rimediare alla mancanza, uno sguattero della cucina, detto Toni, propose un dolce che aveva preparato per sé, usando degli ingredienti che aveva trovato a disposizione tra gli avanzi della precedente preparazione. Il capo cuoco, non avendo altro da scegliere, decise di rischiare il tutto per tutto, servendo l’unico dolce che aveva a disposizione. Un “pane dolce” inconsueto fu presentato agli invitati del Duca, profumato di frutta candita e burro, con una cupola ben brunita, fu accolto da fragorosi applausi e, in un istante, andò a ruba. Un coro di lodi si levò unanime e gli ospiti chiesero al padrone di conoscere il nome e l’autore di questo straordinario pane dolce. Toni si fece avanti dicendo di non avergli ancora dato nessun nome. Il Duca allora lo battezzò con il nome del suo creatore e da quel momento tutti mangiano e festeggiano con il “pan del Toni”, ossia il panettone, famoso ormai in tutto il mondo. Molte ricette tradizionali vengono associate a storie simili, ma sicuramente questa e’ la più bella.

Quando si tenne il pranzo alla corte di Ludovico il Moro? Cosa aveva preparato per dolce il cuoco?
Cosa era successo durante la cottura?
Cosa propose Toni?

Cosa decise il capo cuoco?
Cosa conteneva il “pane dolce”?
Come fu accolto dagli invitati?
Come fu chiamato il dolce?
Conosci alcune città dove ci sono due industrie dolciarie che producono panettoni? Sai dirmi il nome di almeno due o tre marche di panettoni?

 

Tante leggende di Natale